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di croce il nome di ROMA, e dall’altro una mezza figura di S. Pietro accostata da S-P con attorno FORMOSI PP; l’altro poi (Tav. V, N° 9) ha da una parte VVIDO IMP ed in mezzo su due linee ROMA, e non ROMII come ha il Muratori, e dall’altra attorno SCS PETRVS e nel campo su tre linee FORMOS. Questo pezzo pesa grani 28, epperciò pare che si sia migliorata la moneta; dell’altro ignoro il peso.

Dall’894 all’aprile dell’896 avrebbe dovuto battere col nome dell’imperatore Lamberto, se forse non ommise questo nome per i dissapori che ebbe col suo partito; così dall’aprile a tutto giugno le sue monete avrebbero dovuto avere il nome di Arnolfo per averlo esso allora incoronato, ma sinora nessuna che a questi tempi spetti mi venne fatto di vedere.



Tre giorni dopo il decesso di Formoso, cioè il dì quattro di luglio 896 venne eletto a pontefice Bonifacio, che resse la Chiesa solamente sedici giorni, essendo il venti dello stesso mese mancato di podagra.

Nessuna moneta si conosce di questo papa, il quale probabilmente nessuna ne coniò essendogli mancato il tempo per farne lavorare, e quella che abbiamo con questo nome evidentemente appartiene a Bonifacio VII.


STEFANO VI

896-897.


La fazione contraria a Formoso, poco tempo dopo la sua morte, e probabilmente nello stesso luglio dell’896 portò sulla cattedra di S. Pietro Stefano VI.

Questo pontefice in principio fu in buona relazione con Arnolfo, ma indi si rivolse a Lamberto, forse, perchè lontano l’altro ed a questi la fortuna nuovamente sorridendo in Italia, ciò fece per evitare mali alla Chiesa.

Miserabile fu il fine di questo papa, che preso nell’897 dall’opposto