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xxx episcoporum nomina, et omnium presbyterorum et diaconorum cardinalium, atque inferioris gradus personarum, nec non et laicorum principum regionis ...... qui omnes unanimiter cum elegerunt et eius ordinationi subscripserunt, si tranquillò.

Ecco una nuova prova di quanto abbiamo già detto che l’assenso per poter consecrare il papa era, e come tale a quest’epoca veniva ancora riconosciuto dagli imperatori, non già un diritto come successori degli antichi cesari, ma semplicemente una specie di controllo della elezione, perchè non vi entrasse alcuna irregolarità contraria ai canoni.

Il Muratori invece ci narra che eletto Stefano, il clero e popolo col legato imperiale furono a prenderlo, e che nella seguente domenica fu consecrato; il che secondo questi autori contemporanei vediamo essere erroneo.

Due anni dopo passò all’altra vita il 12 gennaio l’imperatore Carlo il Grosso stato deposto da re di Germania ed il più debole dei Carolingi, e sotto esso ebbe principio quella lunga serie di mali che afflisse per tanto tempo l’occidente dell’Europa, e sopratutto l’Italia, nel qual regno in vece sua fu eletto re Berengario duca del Friuli. Quasi subito si dichiarò suo competitore Guido duca di Spoleto, il quale dopo averlo vinto in due battaglie, nell’889 si fece riconoscere re in Pavia, e così questo stato restò diviso tra i due rivali; però Guido essendosi nell’891 recato a Roma, beneviso dal pontefice perchè il solo che avesse preso la difesa del patrimonio di S. Pietro contro gl’infedeli, fu da esso il 21 febbraio coronato imperatore. Alcuni soli mesi però Stefano vi sopravvisse, che morì ai primi di novembre dell’anno 891.

Tre sono i denari che vennero a mia cognizione come battuti da Stefano V prima della morte di Carlo il Grosso, cioè sino al principio dell’888, e tutti tre (Tav. V, Ni 3, 4, 5) hanno da una parte CAROLVS IMP ed in mezzo legata assieme in forma di croce la parola ROMA, e dall’altra SCS PETRVS attorno e nel campo ciascheduno un monogramma diverso, essendovi nel primo le lettere SPEN legate assieme e disposte in forma di croce, nel secondo il nome intiero STEPHANVS, e nel terzo SEPANVS con sotto quattro globetti, il qual pezzo il Muratori come abbiamo veduto attribuì a Marino I.

Il peso è di grani 28 pel primo e di grani 17 pel terzo, scadenza tale che non si potrebbe spiegare, che credendolo una metà, ma sarebbe troppo abbondante nel peso dagli antecedenti, fuorchè esso sia un mezzo denaro abbondante nel peso.