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Tre sono i denari d’argento che conosco da Pasquale I coniati nei sette anni del suo pontificato. Tutti e tre (Tav. II. Ni 4, 5 e 6) hanno da una parte LVDOVVICVS IMP e nel campo ROMA, legate assieme le lettere in forma di croce, e dall’altra in giro SCS PETRVS, ma nel campo della prima vedonsi sparse le lettere PSCAL; in quello della seconda le stesse lettere formano un monogramma, e nella terza in mezzo alle lettere PSCAL vi è una croce. La prima pesa grani 30, e la seconda 31.
Questi denari che vedonsi lavorati secondo la stessa legge degli antecedenti, nessun dubbio vi ha che spettino a questo Pasquale e non al secondo, perchè, oltre la rassomiglianza del tipo cogli altri de’ papi dello stesso secolo, hanno il nome dell’imperatore Lodovico, invece che durante Pasquale II regnarono gli Enrici.
824-827.
Sulla metà di febbraio dell’824 subito dopo l’elezione fu consecrato Eugenio II di questo nome, senza che risulti che vi sia stata alcuna rimostranza per parte dell’imperatore. Questi mandò il figliuolo a Roma, dove col pontefice tra le altre cose1 statutum est etiam iuxta antiquum morem ut ex latere Imperatoris mitterentur qui iudiciariam exercentes potestatem iustitiam omni populo facerent tempore quo visum fuerit Imperatori, le quali parole iuxta antiquum morem il Muratori impresse a caratteri maiuscoli sempre pel suo scopo di dimostrare la sovranità imperiale sopra Roma, senza avvedersi che ciò significava, come avevano usato Pipino e Carlo Magno.
Lottario d’accordo con Eugenio fece, essendo in Roma, alcuni capitoli circa gli affari giuridici di quella città2, e tra essi che quelli che fossero sotto la protezione domni Apostolici seu nostra fossero inviolabili. Nam et hoc decrevimus ut domno Apostolico in omnibus ipsi iustam observent obedientiam, seu ducibus ac iudicibus suis ad iustitiam faciendam. Proibisce indi che alcun estero intervenga all’elezione del papa ad eccezione dei Romani, e soggiunge Volumus ut missi constituantur de parte domni Apostolici et nostra, qui annuatim