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usando nello stato della Chiesa, come avrebbero fatto in quello di Carlo, onde il pontefice gli fece gravi rimostranze, per avere essi oltrepassato i limiti del loro potere in danno della sua sovranità, la quale, come abbiamo già veduto, non essendo allora appoggiata da forza armata propria, abbisognava dell’aiuto di un potente e religioso principe, ciò che appunto deve avere indotto Leone ad innalzare all’impero il re Carlo, affinchè sempre più rimanesse affezionato alla Chiesa romana, e la proteggesse, come infatti avvenne, sia per parte sua che del figliuolo Lodovico.

Essendo nel gennaio dell’814 venuto a mancare quest’imperatore sì benemerito della Chiesa, gli successe nell’impero e nel regno di Francia Lodovico, ed in quello d’Italia Bernardo. Questa morte fece rialzare la testa ad alcuni potenti romani nemici del pontefice, i quali congiurarono contro la sua vita, ma esso li fece prendere, giudicare secondo le leggi romane e condannare a morte. Secondo l’anonimo autore1 della vita di Lodovico, a questi parve troppo rigorosa la pena ad essi inflitta da un papa, ma dopo ben verificato il fatto, venne quanto da Leone erasi operato pienamente da lui approvato.

Frattanto la vita di Leone veniva estinguendosi, e sul giugno dell’816 si spense.

Abbiamo veduto, descrivendo le monete da Adriano coniate dopo cessata la sovranità de’ Bizantini in Roma, che in esse la sua effigie ed il suo nome solamente incidevansi; per le stesse ragioni simili devono essere state le monete fatte battere da Leone sino all’epoca dell’incoronazione di Carlo, ma disgraziatamente nessuna a me essendone pervenuta, passerò a parlare di quelle coniate dopo l’anno 800, le sole che conosciamo.

Siccome il leggersi da quest’epoca sulle monete dei papi anche il nome degli imperatori fu causa che alcuni scrittori impugnassero contro essi questo diritto regale, e che altri poi per difenderli nell’estremo opposto cadessero, mi pare che non sarebbe fuori di proposito avanti di descrivere questa bella serie di monete, di brevemente vedere quali fossero le diverse opinioni che su tal materia, per non parlar d’altri di minor conto, emisero i tre principali autori che appositamente scrissero sull’origine e diritto di questa zecca, volendola uno esclusivamente imperiale, altri del senato romano, ed un terzo onninamente papale; ma siccome tal regalia va annessa alla sovranità del territorio nel quale si battè la moneta, ne derivò che, per provare la propria opinione, ciascuno di essi dovette cercare di dimostrare che la sovranità di

  1. Pertz, Scriptorum. T. II.