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GIOVANNI XIII

965-972.


Appena morto Leone VIII, dal clero e popolo romano si mandarono all’imperatore Ottone in Germania due messi con preghiera di loro restituire papa Benedetto, ma come dice Adamo di Breme1 cum iam Romanis poscentibus ab Caesare restitui deberet, apud Hammaburg in pace quievit. Il continuatore di Reginone invece scrisse che2 Legati Romanorum Azo videlicet Protoscriniarius et Marinus Sutriensis Ecclesiae Episcopus, Imperatorem pro instituendo quem vellet Romano Pontifice in Saxonia adeuntes, honorifice suscipiuntur et remittuntur. Et Otgerius Spirensis Episcopus, et Linzo Cremonensis Episcopus, cum eisdem Romam ab Imperatore diriguntur. Tunc ab omni plebe Romana Iohannes, Narniensis ecclesiae Episcopus, eligitur, et sedi apostolicae Pontifex intronizatur.

Questo scrittore adunque dice che si lasciò dai Romani all’imperatore la scelta del papa, ma questa è troppo grossa perchè si creda, ed è assai più probabile ciò che narra Adamo Bremense, cioè che chiamarono ad Ottone papa Benedetto, ma che esso era in quel frattempo trapassato. Così è falso che ab omni plebe fosse eletto il pontefice, poichè il popolo concorreva col clero nell’elezione.

Da tutto questo invece si può dedurre che i due nunzii di Roma chiamarono il ritorno di Benedetto, ma che essendo esso in quel torno mancato ai vivi, se ne ritornarono accompagnati dai messi imperiali, i quali dovevano secondo il convenuto riconoscere l’elezione del nuovo papa, la quale avvenne nell’ottobre del 965 nella persona di Giovanni XIII.

Questo papa dopo alcun tempo senza che ne sia nota la cagione, ma probabilmente per causa delle solite fazioni, fu preso dal prefetto di Roma e da un Roffredo de’ primati della città e mandato in esilio nella Campania; e non secondo il continuatore di Reginone, che lo volle trattenuto in carcere. Però alla venuta inaspettata di Ottone immantinente venne richiamato in Roma.

L’imperatore subito attese a processare quelli che avevano messo le mani addosso al pontefice, e ne fece solenne giustizia, indi restituì quanto sin allora era stato tolto alla Chiesa, e specialmente Ravenna colla Pentapoli.

  1. Pertz, Scriptorum. T. VII, pag. 309.
  2. Idem. T. I, pag. 627.