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Il sole, la luna, le stelle. |
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Madonna, che fila per la buona fanciulla sulle corna delle sue vacche, dopo essersi fatta pettinare dalla buona fanciulla, la quale afferma poi che dai capelli della Madonna piovono perle le quali raffigurano nel mito i raggi lunari o le stelle. La fanciulla vedica che attinge acqua e trova nell’acqua il soma, sapendo quanto il Dio Indra ne sia ghiotto, s’affretta ad offrirglielo; quel segno d’amore intenerisce il nume, che vedendo la fanciulla ammalata, vedendo oscurarsi la sua pelle, ne prende pietà e si dispone a guarirla. Lacerando dunque la pelle scura della fanciulla Apâlâ che ci ricorda la pelle d’asino della novellina di Perrault, il Dio Indra la fa, in tre tempi, diventar bella, e finalmente tutta luminosa, all’apparire dell’aurora. Il mito vedico è evidentissimo, e ci offre, senza dubbio, la forma più antica della nostra Cenerentola, la quale butta via la sua veste scura, assume tre vesti splendide, l’una color della luna, l’altra color delle stelle, la terza color del sole, per ballare col figlio del re, che deve quindi sposare. Ma l’aurora vedica non è soltanto, come dicemmo, una gomati o fornita di vacche, una guidatrice di vacche (gavâm netrî), una pastorella, ma ancora, come dicemmo pure, una guidatrice di carri e di cavalli, come l’eroe solare. Gl’inni vedici ci rappresentano l’aurora in questi varî aspetti: essa si orna come una ballerina, si scopre il petto, sorride, lusinga, vezzeggia col corpo, giovine, splendida, ora come una bella fanciulla che la madre adorna, ora come una bella donna che si leva dal bagno, per muovere alle nozze, ora in veste