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Il sole, la luna, le stelle. 77

astri ed il fuoco, perchè dall’oro celeste si diffondeva sopra la terra la luce; ma un gregge fiorente ed una famiglia numerosa erano la prima ambizione di que’ nostri antichi patriarchi ariani. La luce degli astri, specialmente del sole, scopriva ai pastori il loro gregge, che si animava esso pure con l’apparir del sole. Quindi, in questo celeste agitator di greggi ed armenti, nel sole, fu veduto, da prima, principalmente e più spesso, un sommo pastore. È tra i pastori che nasce il grande benefattore celeste; e la sua prima vita è quella d’un buon pastore. Quando al mattino ed alla sera, tutto il cielo orientale ed occidentale si empie d’una luce d’oro, d’una luce dorata, si vide in quel mare agitato di luce un armento di vacche e pecore luminose, che, al mattino, escono dalle stalle celesti ed a sera vi rientrano. Il buon pastore celeste le richiama tutte a sè, senza perderne alcuna.

Il momento in cui il pastore divino rientra col gregge nelle sue dimore divine parve, particolarmente, solenne agli antichi pastori ani e semitici.

Al sole (sûrya, propriamente lo splendido) furono nell’India dati più di mille nomi, e molti di questi diedero occasione a crear nuovi miti. Ogni nome del sole è un appellativo che rappresenta una sua qualità speciale, od un suo peculiare momento.

Il sole presso al tramonto viene specialmente salutato dai poeti vedici coi nomi di Aryaman, il venerando, di Bhaga, il ricco o Fortunio (da questa parola derivò la voce russa Bog, che si-