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Il fuoco. 53

del fuoco, la ferula di Prometeo rapitore del fuoco, e finalmente per una personificazione più viva, Prometeo stesso, che per amor degli uomini, invola il fuoco agli Dei.

Il primitivo Zeus Promantheus o rapitore del fuoco che, secondo Licofrone, era venerato dai Turii, diventò un Promêtheûs o rapitore del fuoco. In quanto Indra e Giove accendono il fulmine nella nuvola, o il sole sè stesso nella tenebra, sono Promanthei; in quanto i fulmini o i raggi solari scendono sulla terra sono Promêthei. In quanto poi Prometeo, spaccando il cervello di Giove, ne fa uscire Minerva, noi, che nella Minerva riconosciamo l’aurora celebrata dagli inni vedici come la sapiente svegliatrice degli uomini, la illuminatrice per eccellenza, abbiamo pure in Prometeo una figura del precursore luminoso, di un giovine sole che gli inni vedici celebrano come Viçvavedas ossia onnivegente, onnisapiente. Come tale Prometeo, il previdente, ha un fratello Epimeteo che ha la sapienza del poi, l’esperienza (Serus lo chiama l’iscrizione d’un sarcofago latino); se Prometeo rappresenta, in tale aspetto, il sole mattutino, anzi il suo precursore, Epimeteo ci può raffigurare il sole vespertino. Così Hermes, Mercurio, precorre, prenunzia gli Dei; il suo caduceo, come il vedico pramantha, come la ferula di Prometeo, divide la tenebra, porta la luce, suscita il fuoco generatore. Le statue di Hermes hanno culto presso gli uomini come di buon augurio alla generazione; così Prometeo appare non solo quale apportatore del fuoco tra gli uomini sopra la sua ferula divina, ma, per