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50 | Mitologia comparata. |
si compie due volte al giorno, al mattino e alla sera, nell’aurora mattutina e nell’aurora vespertina rappresentate entrambe come una forma di sacrificio celeste, di sacrificio in onore del cielo), dal Dio Brahman Svayambhu, ossia dal cielo stesso. Da Bhr’igu nasce C’yavana, il caduto dal cielo, che ha un figlio di nome Pramati, propriamente la previdenza, nome frequente dato nei Vedi al Dio Agni, al Dio del fuoco che risponde idealmente al Prometeo ellenico, col quale, a malgrado dell’apparente analogia delle due parole, non ha tuttavia alcuna relazione diretta, se non in quanto vi può essere come vi è, senza dubbio, parentela tra la radice man pensare, onde provengono le voci indiane mati e manas, e l’ellenico menos ed il latino mens; onde si può bene avvicinare al pramantha vedico agitante, Pramati che prevede, come il Prometeo che agita il fuoco ad un Prometeo che prevede.
Una variante della leggenda mitica di Bhr’igu contenuta nel Mahâbhârata c’insegna che Bhr’igu nacque dal cuore di Brahman il quale s’aperse (intendasi dal centro del cielo), che suo figlio si chiamò Kavi e il figlio del figlio, Çukra, propriamente il luminoso, uno de’ nomi dati al sole, ma poi specialmente al pianeta Venere e al genio di quel pianeta, immaginato dagli Indiani qual maestro dei demonî, ossia, intendasi quello che rischiara i demonî, quello che illumina la tenebra notturna, la confusione del caos. Il figlio di Bhr’igu assume pure, come s’è detto, ne’ Vedi il nome di C’yavana che sposa la figlia di Manu, Arushî o Sukanyâ, la bella fanciulla e per essa