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48 | Mitologia comparata. |
nato, il fanciullo mangia i suoi due parenti.» Così il sole invade co’ suoi raggi tutto il cielo; così Indra tonante e pluvio occupa tutto il cielo, spodestando suo padre l’antico Dyaus rappresentato nel Rigveda come il figlio della vedova Aditi, ossia come un parricida. Così lo Zeus pluvio e tonante abbatte nella mitologia ellenica il primo Zeus Uranio. Agni il nipote, il figlio delle acque, dell’oceano notturno, quando vien fuori al mattino, in forma d’aurora, o di giovine sole, distrugge la materna notte, l’oceano luminoso o tenebroso notturno, salvandosi egli stesso dalle acque, ossia dalla persecuzione del padre o zio o suocero crudele dalla strega, dalla crudel matrigna. Come il fanciullo Agni, dopo essersi salvato dalle acque, diviene parricida, così l’eroe delle leggende epiche, e l’eroe delle novelline popolari, che lo continua, viene esposto nelle acque, condannato a perire e si salva miracolosamente ed uccide il suo persecutore, si chiami Kr’ishna o Karna nell’India, Ciro in Persia, Paride, Edipo in Grecia, Romolo a Roma, Mosè nella leggenda giudaica; poichè, secondo questa leggenda, Mosè viene esposto nelle acque del Nilo, e salvato dalla figlia di quel Faraone che, per cagione di Mosè, dovrà perire.
Il mito del fuoco diede poi occasione alla più splendida, più grandiosa, più tragica forse delle fantasie umane, ossia alla grande leggenda ellenica di Prometeo, della quale il prof. Kuhn ha, con mirabile sagacia, rintracciato ne’ miti vedici le più remote origini.
Uno dei nomi vedici del fuoco od Agni, come