veda dedicato alle acque, queste vengono celebrate non pur come amorose madri e come dee, ma come balsamiche e salutari. «Il Dio Soma, canta il poeta vedico, mi ha detto: trovarsi nelle acque tutti i rimedî ed il fuoco che porta la salute a tutti. O acque, arrecate il rimedio per la guarigione del mio corpo, e perchè io possa vedere lungamente il sole. E quello che in me possa esservi di malato, o acque, portatelo via.» Le erbe e le acque hanno del pari virtù salutifera; Soma è celebrato, negli inni vedici, come re delle erbe e come re delle acque. Il Soma è pure chiamato col nome di Am’rita, ossia di ambrosia, l’acqua od erba divina, l’acqua od erba celeste, l’acqua miracolosa per la quale gli Dei sono immortali, per la quale anche i mortali che hanno il privilegio di entrare nel regno dei beati, acquistano essi pure l’immortalità. Il miracolo così frequente nel mito, nella leggenda, nella novellina popolare, di eroi ed eroine che muoiono e vengono richiamate in vita, si rinnova per virtù specialmente di un elisire di lunga vita ch’essi bevono. Ora quest’acqua risuscitatrice è l’onda celeste, l’onda luminosa del cielo, come spesso ancora la pioggia lucente, la lucente rugiada. Non dimentichiamo mai l’immagine del cielo acquoso. Il sole che si tuffa nel mare ogni sera, vi naufraga; ma il naufrago beve; e nel vedere il sole risorgere sempre da quel naufragio fu cosa naturale il supporre che quell’acqua celeste avesse una virtù privilegiata, che fosse ambrosia, per il possesso della quale la leggenda indiana fa combattere gli Dei e i Demonî, come a produrla, se-