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28 Mitologia comparata.

corpo che si muove; esso incomincia così piccolo che appare invisibile, e di giorno in giorno cresce; quando il sole si tuffa nel mare, esso vien fuori e solca l’oceano celeste e sta sopra le onde fin che il sole non ritorni a mostrarsi, ora voi indovinate. Una sola risposta sarà pronta; quel corpo, mi direte, è la luna, la luna che indica la via ai viandanti smarriti; che nel Râmâyana trae i scimii guerrieri fuor della grotta, che è il vero filo d’Arianna pel quale l’eroe solare ellenico può uscire dal labirinto in cui si trovava perduto. Si crede veramente, nel mito, che il sole naufragato nel mare, caduto nel pozzo, smarrito nella selva oscura o nel labirinto, si salvi nella notte, o nell’inverno, per l’intervento speciale della luna, la buona fata, la buona vecchierella, la Madonna delle nostre novelline popolari che prende sotto la sua protezione l’eroe sole, il bel giovine, l’eroina aurora, la bella fanciulla, e, a malgrado de’ loro errori, li trae a salvamento.

Le acque dell’oceano celeste non furono soltanto acque cosmogoniche, non furono soltanto ambûs o madri come le chiamano i Vedi, generatrici dell’uovo cosmico, dell’uovo d’oro, il cielo luminoso, e poi particolarmente il fuoco solare; ma le madri essendo pure le prime, le più sapienti, le più amorose medichesse, gli stessi poeti che attribuirono alle onde celesti una virtù generatrice, ne attribuirono pur loro una rigeneratrice, ricreatrice, ristoratrice, salutifera. Le erbe magiche hanno la loro virtù solamente pel succo che contengono ricavato dalle acque dell’oceano celeste. Nel nono inno del decimo libro del Rig