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20 Mitologia comparata.

come carta, il mare come inchiostro. Il nostro Arrigo da Settimello si lagna egli pure fin dal secolo XII, che se il cielo fosse la pagina, e se le fronde scrivessero e se l’acqua divenisse inchiostro, ei non potrebbe riferire tutte le sue pene. Nei canti popolari italiani, invece del cielo carta, l’immagine si sciupa, e si dice invece dall’amante che a scrivere, ora l’amore, ora i suoi dolori, egli non arriverebbe anche:

 Se gli alberi potessan favellare,
 Le fronde che son su fossano lingue,
 L’inchiostro fosse l’acqua de lo mare,
 La terra fosse carta e l’erba penne.

Tuttavia poichè un’altra variante toscana pubblicata dal Tigri suona così:

 Se l’acqua dello mare fosse inchiostro
 D’ogni stella ci fosse uno scrivano,
 Non scriverassi il bene che io vi voglio,

si capisce bene che le stelle dovevano soltanto scrivere sopra il cielo di carta e non sopra la terra; il che ci viene pure confermato da una variante popolare umbra. Un poeta medioevale tedesco di nome Adolfo, assai poco galante con le donne, adoperava la solita immagine per vendicarsene, mostrando la infinità dei loro inganni, anch’esso adopera alla sua vendetta le stelle come scrivani:

 Si stellæ scribæ pelles cœlum, maris unda
 Esset incaustum, nec cifra cum sociis,
 Sufficerent plene mulierum scribere fraudes,
 Cum quibus illaqueant corda modo jucenum.

I canti popolari tedeschi ripetono generalmente