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12 Mitologia comparata.

secreti del nume. Ma i secreti de’ numi sono sempre in cielo; e solamente, per una ipostasi del nume, furono pure immaginati alberi, fonti, antri fatidici sopra la terra. Noi stessi attendiamo ancora tutto dal cielo, anche quanto si tratta d’ottener benefici dalla terra. Il cielo è per noi sinonimo del nume. Quando s’invoca nel discorso il cielo e si dice: o cielo, il cielo mi aiuti, voglia il cielo, tali e simili espressioni che equivalgono al Dio mi aiuti, Dio voglia, sono certamente un resto di reminiscenza e credenza religiosa pagana che collocava nel cielo tutte le meraviglie e dal cielo ripeteva tutte le grazie, delle quali la pioggia e la luce specialmente invocate, piovevano. La terra, che noi conosciamo, non ebbe mai nell’India ed in Grecia un culto simile. Il poeta vedico la loda pure, ma specialmente come quella che deve servirgli di tomba, che nasconde, che cela, che copre pietosamente le membra de’ cari trapassati; egli la prega anzi di non fare alcun male al morto, d’essergli leggiera. Questo linguaggio è assai tenero, ma non è mitico; la terra mitica è, quasi sempre, una terra celeste; quando anche alla nostra propria terra si attribuiscono virtù divine, quando alle piante, alle pietre, agli animali della terra si riferiscono virtù magiche, si può essere persuasi che il principio di una tale credenza muove quasi sempre da un mito primordiale celeste, per la stessa forma, con lo stesso processo storico, per la stessa analogia evolutiva, per la quale gli eroi epici nazionali, i quali vengono a celebrare le loro gesta in un mondo storico terrestre, discendono, per la mas-