Pagina:Mitologia-comparata.djvu/152

144 Mitologia comparata.

done umbilicale, dopo di che l’ondendu gli vien dato a mangiare. Quando una donna ha partorito, si costruisce subito in fretta per lei e pel fanciullo una capannuccia, dove la madre e il fanciullo devono rimanere, fin che il cordone umbilicale non si stacca dal fanciullo. Appena questo avviene, la madre reca il fanciullo al luogo del fuoco sacro (okuruo), lo presenta all’Omukuro (avo divino, specie di nume domestico), affinchè la madre ed il fanciullo possano essere ricevuti nuovamente in casa. In tale occasione il padre impone al fanciullo un nome, prendendolo fra le sue braccia, e dicendo agli astanti il nome con cui devono salutarlo. Segue la circoncisione, ch’è in uso presso tutti gli Ovaherero, come presso la maggior parte dei popoli Bântu. Tutti i maschi sono generalmente circoncisi dal quarto al settimo anno della loro età, scegliendosi, se si può, come occasione particolarmente propizia, il tempo della morte del capo della città o del villaggio. La circoncisione è operata con una punta di saetta, in un luogo apposito, tenuto come sacro, ove il fanciullo rimane fin che le piaghe ricevute non siano intieramente saldate. In tal occasione si sacrificano animali; una parte dell’animale (ehango, la coscia sinistra; tenuta come sacra, perchè da quella parte si mungono le vacche) è serbata per il capo del villaggio, che alla sua volta, la destina alle grandi occasioni e per i ricevimenti più solenni. Nib sul sole novi. Quando lo scià di Persia fu a Torino, si narra che, assistendo egli a quel teatro regio nel palco reale ad una rappresentazione, in un intermezzo furono recati de’ gelati; lo scià