Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Miti ario-africani. | 143 |
Ovaherero. Gli Ovaherero o Damaras, come c’informa W. Coates Palgrave, dal quale riceviamo le presenti notizie, sono la prima delle razze negre che s’incontrano dopo aver attraversato le razze gialle che giacciono sparse su quella vasta regione che si stende per duecento miglia al nord del fiume Orange, e contiene il paese Namaqua e una gran parte del Deserto Kalahari. Essi appartengono alla famiglia dei Bântu, sono un popolo interamente pastorale, ricco di vacche e di pecore. Il paese da loro occupato è vasto e ricco, sommamente adatto ad un popolo di pastori. I loro vicini del nord formano il gruppo di quelle tribù delle quali sono particolarmente famigliari agli Inglesi gli Ovambo, un popolo agricolo come i Kafir delle colonie inglesi. Il nome Damara è d’origine relativamente recente e si dà, nello stesso modo, agli Ovaherero, agli Ovambanderu e agli Ovatyimba. (Ova è un prefisso africano di plurale.) Il Palgrave segue tutti gli usi del popolo Herero dalla nascita (Ongoatero) fino alla creduta possibile risurrezione (Ombendukiro).
Alla nascita di un fanciullo, s’ammazza un bove, soffocandolo con la testa rivolta al nord, o una pecora, o una capra. L’animale può essere ucciso da chiunque, ma dev’essere cercato dal padre del neonato. Tutti ne mangiano, ma la madre specialmente ne beve il brodo; un pezzettino (ondendu) è pure riservato al fanciullo. Questo pezzettino è levato dal fuoco prima degli altri e portato alla madre che vi soffia sopra, poi messo sopra il dito pollice del fanciullo; quindi lasciato in un piccolo vaso, finchè si stacca dal fanciullo il cor-