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Il cielo. 7

luminoso. La parola Dio in origine fu sinonimo di cielo. La parola div significò splendere; diu rappresentò il cielo in quanto risplende; il vedico Dyaus (in greco Zeus) è il nume del cielo chiamato anche Dyaus pitar, ch’è il Diespiter o Jupiter Giove Padre de’ latini, propriamente il padre luminoso, il padre del luminoso, salutato pure ne’ Vedi col nome di Divaspati o Signore del cielo, Signore del luminoso. È cosa mirabile in verità il riconoscere ora che il principio dell’orazione dominicale cristiana: Padre nostro che sei ne’ cieli concorda perfettamente con la prima nozione ed espressione mitica della stirpe indo-europea, la quale a differenza delle altre stirpi umane più basse, adoratrici di feticci, pone subito il suo nume al disopra di sè, più in alto nel pieno splendore della luco celeste, anzi fa il nome di Dio perfettamente sinonimo di quello splendore. Come Jupiter o Diespiter fu, in origine, il padre del cielo, così il suo antenato indiano Indra, il Dio fulminante, tonante e pluvio indiano, rappresentò in origine soltanto il sommo nume del cielo. Quando poi leggiamo che nell’Olimpo indiano Indra fu spodestato dal Dio Brahman, poichè in origine Brahman significò pure il vasto cielo, noi non abbiamo altro se non una restituzione del Dio Indra, ormai divenuto per una razza brahmanica troppo battagliero, alla sua forma e natura primitiva, alla figura cioè di un nume più alto, sedente immobile nel sommo cielo, regolatore, ordinatore, creatore de’ mondi, simile al Varuna, col quale Indra si trova pure invocato negli inni vedici, e al greco Ouranos, propriamente il Cielo,