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Pietre, piante, animali. 121

racconti slavi all’orso che prende il posto del leone, alla volpe che tiene il posto dello sciacallo, alla quercia che rappresenta la ficus religiosa.

Da questo solo indizio si può già vedere quanto lontano mi porterebbe ora un viaggio mitologico a traverso le piante. Mio scopo, come si potè intendere, non fu dunque compirlo oggi, ma fare soltanto, se io non m’illudo, venire ad alcuno la curiosità d’intraprenderlo. Poichè, in questi casi, la curiosità conta assai. Esser curiosi vuol dire trovarsi ben disposti; e questa è la grazia suprema che il mitologo osa, per adesso, domandare, non a’ suoi derisori impenitenti, ma a quelli che non hanno ancora nessun pregiudizio formato intorno ai nuovi studi che ci tentano. Pare forse cosa tanto strana che presso allo storico della filosofia, il quale ci dà la storia aristocratica de’ più alti concepimenti umani, alcuno possa pure occuparsi a raccogliere i materiali per una storia democratica delle più umili fantasie popolari? Io spero che non sembri ad alcuno de’ miei presenti ascoltatori, e per questa speranza, ho preso coraggio di venire a discorrere anch’io di piante, non da botanico col lume della dottrina, ma da mitologo col lume della poesia, senza la quale mi pare opera interamente vana tentare l’illustrazione de’ miti che sono la prima, la più ricca, la più vasta, la più continua poesia del genere umano. Se è vero, quello che l’Heine cantò che i fiori si susurrano l’uno all’altro dei Mährchen, ossia delle novelline fantastiche, se è vero che, come dice il proverbio tedesco, il bo-