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Pietre, piante, animali. 117

così di seguito; poi nell’infanzia, come attestano le processioni ateniesi e dell’Asia Minore primaverili, ove tutti i fanciulli arrivati ai tre anni si coronavano di fiori, quasi a far festa perchè fossero usciti dall’età critica delle loro malattie, di che sono ancora una reminiscenza assai viva le processioni cattoliche del Corpus Domini, che ricordano pure, quantunque assai più decenti, le feste romane in onore di Flora, nelle quali il popolo coronato di fiori, spandendo la via di rose, cantava inni di gioia, e si spassava in ogni maniera. Nell’età degli amori, i fiori diventano, come s’è detto, i veri complici degli amanti; nello nozze degli Elleni come nelle indiane, tutti gli astanti dovevano e devono ancora ornarsi di fiori. Infine, poichè l’uomo nacque mortale, il fiore che accompagna e simboleggia tutti i fenomeni della vita deve perire con esso. Gli Dei stessi, gli eroi divini, quando assumevano una forma umana, non potevano conservare ai loro fiori divini il privilegio d’una freschezza eterna. In un racconto di Somadeva, il Dio Çiva dona a due sposi due fiori di loto: se il fiore dell’uno appassisce, è segno che l’altro tradisce. Così nel Tuti Nameh una donna dice al suo soldato: se il mazzo di fiori che t’offro appassisce, sarà segno che io avrò commesso alcuna colpa, il signor Brueyre, che pubblicò i racconti popolari inglesi, ricorda ancora oltre il racconto del Grimm: «Figli d’oro» ove i gigli appassiscono per annunziare la disgrazia che accade al figlio d’un pescatore, il vecchio romanzo francese di Perceforêt, dove una rosa che perde la sua freschezza rivela, per tal