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Pietre, piante, animali. 115

diano açoka (Jonesia asoka) che il dramma Mr’icchakatikâ confronta, pel color rosso, aranciato del fiore, con un guerriero insanguinato. Gli Indiani credono che il solo contatto del piede d’una bella donna faccia fiorire quest’albero, chiamato pertanto an’g’anâprya, ossia caro alle donne. Quest’albero personifica il Dio d’amore, Kâmadeva un Dio guerriero per eccellenza come Marte; si narra anzi che Kâmadeva si trovava sopra questo albero, quando il Dio penitente Çiva lo bruciò insieme con l’albero. L’albero açoka ha una parte essenziale nel dramma di Kâlidasa intitolato: Mâlavikâ e Agnimitra. Nello stesso tempo che Mâlavikâ fa fiorire toccandolo col suo piede l’albero, essa fa nascere l’amore nel cuore del re Agnimitra.1 In un rispetto toscano la donna che ama fa questo complimento al suo damo:

Dove spasseggi tu l’erba vi nasce,
La primavera tutta vi fiorisce.

Così in un canto popolare siciliano un amante attribuisce alla donna ch’egli ama il potere di far nascere rose con l’acqua di che si lava. La rosa ha, com’è noto, la supremazia tra i fiori in quasi tutta la credenza popolare indo-europea; gl’Indiani tuttavia che avevano forse dimenticate le loro splendide e celebrate rose del Kaçmîra dánno il primato alla Michelia Ch’ampaka che salutano

  1. Questo soggetto delicato era ben degno d’inspirare un poeta-pittore come Tullo Massarani, che ce lo rappresenta in una sua tela.