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Pietre, piante, animali. 101

una figura solare; del sole noi diciamo che tramonta, che si corica, che muore. L’apparenza è che esso si chiuda, come Mosè moribondo, nella montagna, nella roccia, nella pietra, ossia che diventi egli stesso di pietra. Esso resta impietrato fino a che una fanciulla che l’ama, un’aurora, un caro fratello, un’altro sole, non viene a liberarlo. Nelle leggende indiane, il Dio Indra, in pena d’aver sedotto la moglie d’un pio brahmano Ahalyâ, vede la sua bella trasformata in pietra, ed egli stesso è condannato a giacere chiuso nell’acqua col corpo macchiato da mille yoni ignominiose che attestano la sua colpa. Sahasrayoni è il suo nome infame che i brahmani inventarono trasformando quello ch’egli avea prima di Sahasrâksha, il Dio dai mille occhi, nome col quale si figurò il Cielo stellato e il Dio di quel Cielo. Ma Indra non è solamente il Cielo stellato, ma anche il Nume del Cielo tonante, e talora il Sole che tona nella nuvola, e la parola adri non vale solamente la pietra e la montagna, ma anche la nuvola. Giove nasce sul monte Ida; quando Giove nasce, i Coribanti fanno strepito; Indra nasce egli pure tra i monti, ossia tra le nuvole tonanti. Ma queste nuvole, questi monti, pigliano poi essi stessi aspetti di giganti, di titani che vogliono dare la scalata all’Olimpo, muovendo macigni uno sull’altro. Tra i nemici del Dio indiano Indra troviamo segnati gli Adrayah ossia i Monti; Rauhin, ossia quello che sale è nome vedico dato ad uno dei mostri della nuvola; Indra fulmina tutti i mostri titanici, lanciando un formidabile açman, parola che signi-