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rio per gli affari interni, ove certamente avrebbe fatto sentire con forza maggiore di quella che non facesse il vecchio don Neri il principio d’autorità, quando per l’appunto da parte di Sua Eccellenza il ministro dell’interno gli fu consegnato un rescritto, in uno stile che avrebbe fatto l’ammirazione dello stesso Tacito. Esso diceva asciuttamente così:

„S. A. I. e R. ha rescritto: l’illustrissimo signor presidente del Buon Governo, nell’affare Guerrazzi e compagni, si valga delle sue facoltà a forma dell’art. 54 della Legge dei 30 novembre 1786, e nei limiti prescritti dalla medesima.

Neri Corsini.„

„Lì 19 agosto 1832„.


Se in quel momento fosse caduto nel gabinetto del Presidente il solito fulmine dei romanzieri, il Ciantelli non sarebbe rimasto meno sorpreso di quello che lo fu nel leggere l’epistola ministeriale. Si stropicciò, il poveretto, gli occhi e tornò a leggere; imperocchè, il disgraziato poliziotto credeva di avere le traveggole, non potendo ammettere come nell’anno del Signore 1832, quando le polizie dell’Europa, non esclusa quella costituzionale del signor Chiappini1erano tutte in moto, e a quattro passi fuori del confine s’impiccava in nome dell’altare e del trono, si potesse pensare a richiamare in vigore una disposizione leopoldina caduta in disuso, e che legava mani e piedi al presidente del Buon Governo circoscrivendo in angusti limiti le costui facoltà. Difatti, l’ar-

  1. Si chiamava così, a Firenze, Luigi Filippo d’Orleans, re dei Francesi, perchè si diceva che trovandosi sua madre, durante la rivoluzione di Francia, in Toscana, partorisse una femmina, e che di nascosto barattasse questa col figlio d’un birro, per nome Chiappini. Il Giusti, nel Dies Irae, cantò:

    „Il Chiappini si dispera,
    E grattandosi la pera,
    Pensa a Carlo Decimo.„