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torno alla legislazione comparata, ramo di scienza che non doveva essere trascurato, come non si trascurò sull’Indicatore. L’avvocato Mazzini, di Genova, non fu invitato, ma spedì alcuni articoli che furono stampati. La Cecilia ne scrisse parecchi, ma nessuno venne pubblicato perchè di poco valore. Il Colletta fu da me ricercato piuttosto per non mancare al dovere che per speranza d’ottenere da lui degli scritti stante la malattia che lo affliggeva e che lo condusse al sepolcro. Niccolò Tommasèo, letterato dimorante a Firenze, che non conosco di persona, non potendo inserire nell’Antologia, dove tuttora scrive degli articoli segnati K. X. Y. mandò un estratto della Vita di Raffaello del Quatremère de Quincy; e siccome sul detto, argomento gli articoli furono vari, così ebbe luogo un certo carteggio. Per altro, quello che si stampava passava sotto la censura... Lo scopo cui era diretto il giornale, si ricava dal giornale medesimo, che non era quello di propagare dottrine liberali per l’Italia, come si scorge dal poco studio messo a ricercare abbuonati fuori di Livorno, dove non oltrepassavano i dugencinquanta; ma lo scopo era quello di eccitare all’amore dello studio la gioventù livornese.„
Contestatigli gli altri addebiti, il Guerrazzi negò recisamente che avesse tenuto carteggio col Doria, cui disse neppure conoscere di nome. Negò ugualmente che facesse parte della società: I Figli di Bruto. Quanto poi alla accusa indeterminata di liberalismo sorgente dalle sue opere, rispose:
„I miei scritti furono sempre sottoposti alla censura.... Non ho mai stampato cosa che non mi venisse approvata... D’altronde, nei paesi dove esiste la censura si suppone naturalmente che negli scritti d’un autore possano occorrere sentimenti e parole che debbano sopprimersi. Infatti, non è il pensiero che si punisce, ma la promulgazione di esso; e quando il governo si è procurato un mezzo per fare che questa promulgazione non accada, ha impedito con esso il nascimento del delitto. Ora se realmente si trova biasimevole qualche cosa nelle mie opere, parmi che la colpa sia del censore e non mia. Riguardo ai miei sentimenti.... Leg-