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lorosa la rimembranza: — dove, devoto alle lezioni di Napoleone Bonaparte, in modo ributtante esalta le sue passioni che decanta quali esempî d’ogni virtù e lui fa comparire il profeta, l’eletto del signore: — dove prodotti gli errori di una incredulità insensata, si distrugge ogni fede divina ed umana: — dove tolto il vincolo più valido della sociale unione, si rendono organi del di lei scioglimento quegli stessi rapporti da cui l’uomo è tratto a sì mirabile accordo: — dove la libera volontà dell’uomo si sottopone al ferreo timore d’una legge invariabile: — dove si dimostra il genere umano sempre costretto a tenere brandito il ferro ed atterrare e distruggere per non soggiacere alla forza altrui: — dove con baldanza inaudita si oltraggia la santità della legge: — tutto ciò doveva richiamare l’attenzione del governatore, al quale era nota la libertà dello scrivere del Guerrazzi; di quel Guerrazzi che aveva richiamato l’attenzione del governo per la pubblicazione di un giornale (l’Indicatore Livornese) che fu oggetto d’una procedura; di quel Guerrazzi che inasprito per tale proibizione contro i suoi soci aveva già pubblicamente vantato di volersi far giuoco di loro in una pubblica adunanza, conforme fece, vanti che non mi è dato credere che ignorasse il governatore, capo della polizia, mentre erano noti al commissario e al bargello.„
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Ma il Granduca, che sentiva dappertutto odore di mène rivoluzionarie, più che alle nobili rimostranze del marchese Garzoni-Venturi, prestò orecchio alla rettorica enfaticamente tronfia del suo ministro di polizia, e Francesco Domenico Guerrazzi per tutto quel po’ po’ di roba irreligiosa, immorale ed anarchica che il Ciantelli aveva scoperto nell’esordio dell’elogio di Cosimo Del Fante, si buscò sei mesi di relegazione a Montepulciano, dove Giuseppe Mazzini, prima che abbandonasse l’Italia, andò a trovarlo, o come disse in seguito lo stesso Guerrazzi in occasione di un’altra procedura economica, „andò a recargli i conforti dell’amicizia„ ma in realtà, per le prossime cospirazioni.