Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/65

52


CAPITOLO VIII.

Le Processure Economiche.

F. D. Guerrazzi e il suo primo processo.

Di qualche processura economica abbiamo già fatto cenno parlando delle sètte; ma eccederemmo di troppo i confini impostici nella trattazione del presente lavoro, se di codesti procedimenti svoltisi nel mistero dei tribunali di polizia volessimo far qui una relazione particolareggiata, senza tener conto che la stessa oscurità che avvolge i nomi delle vittime renderebbe priva di qualsiasi interesse questa parte della storia della Polizia toscana. All’incontro, siamo sicuri che i lettori non ci sapranno male se la larghezza dello svolgimento che abbiamo negato a certe processure economiche, di cui oggi difficilmente si potrebbe legittimare l’importanza, l’accorderemo ad alcune di quelle a cui in tempi diversi fu sottoposto Francesco Domenico Guerrazzi, l’autore della Battaglia di Benevento e dell’Assedio di Firenze.

Francesco Domenico Guerrazzi non intendeva l’arte che come una cospirazione assidua, di tutti i giorni, diremmo di tutte le ore, contro il dispotismo. Le sue idee e il suo stile erano fatti per abbagliare le menti, per esaltare gli spiriti. Erano come tanti colpi di fucile. Egli scriveva un romanzo perchè non poteva combattere una battaglia, recitava un’orazione perchè non poteva innalzare una barricata. E fu appunto con una di codeste sue orazioni recitata nell’aula tranquilla d’una accademia, ma che ebbe allora in Toscana un’eco come d’una vera sommossa combattuta nella strada, che l’autore della Battaglia di Benevento iniziò rumorosamente il suo apostolato metà letterario, metà rivoluzionario.

Correvano i primi mesi del 1830, e gli animi erano dappertutto agitati. Nella stessa Toscana, che sino a quei