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CAPITOLO V.

Il Gabinetto Nero.

Importanza d’istituzione aveva presso i governi assoluti il Gabinetto Nero. Era il Gabinetto Nero un ufficio circondato del più fitto ed impenetrabile segreto, ed aveva per missione quella di violare il segreto delle lettere, che i codici penali dei medesimi governi dichiaravano inviolabile, ma che si violava impunemente, sotto il pretesto dell’interesse generale o di quello dello Stato.

In Firenze, il Gabinetto Nero non funzionava presso il dipartimento del Buon Governo. I ministri non credevano che quel servivio, che si circondava di tanto mistero, fosse abbastanza al coperto delle indiscrezioni nelle mani dello stesso capo supremo della polizia del granducato. Il Gabinetto Nero era installato presso la Segreteria di Stato, in comunicazione diretta colla Segreteria intima del Granduca. Così il principe, che vegliava con occhio paterno sui sudditi che la divina provvidenza aveva affidato alle sue cure, poteva, giorno per giorno, mercè una semplice rottura di suggelli, leggere sin nelle più intime latebre del loro cuore.

Le lettere in partenza, come quelle in arrivo, se dirette a persone sospette, si arrestavano dagli uffici postali ed erano consegnate al Gabinetto Nero, dove funzionari speciali le aprivano con cura, e dopo d’averne presa copia le risuggellavano, perchè fossero ricapitate ai destinatari per mezzo degli stessi uffici di Posta. La operazione era condotta con tanto artificio, i suggelli erano tolti e rimessi con tale sopraffino accorgimento, che era difficile che i destinatari si accorgessero del tiro che il Gabinetto Nero aveva loro giuocato.

Naturalmente, in un governo che ha per base lo spio-