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Polizia fece la pericolosa scoperta che il poeta rivoluzionario era ritornato a Firenze.
Sguinzagliati su i passi di lui i soliti bracchi, l’Ispettore di Polizia, il 31 dicembre, dirigeva alla Presidenza del Buon Governo un riservato rapporto, di cui pubblichiamo il seguente passaggio:
„. . . . . . . Caute investigazioni fanno conoscere che il Berchet è stato occupatissimo a scrivere e per varî giorni non ha lasciato il quartiere. Nei primi dello spirante mese sortiva dopo le ore 10, percorreva varie contrade, interveniva alla posta o al Caffè Elvetico. Berchet è poi oltremodo guardingo e nel fare gite in vettura sorte improvvisamente o varia fiaccheri per non avere il medesimo cocchiere, fa corse rapide, il più sovente fuori porta S. Gallo. Ciò che v’ha dippiù da rimarcare su lui è il misterioso contegno da esso tenuto circa la metà del mese cadente, in cui verso le ore 11 e 1/2 di sera, essendosi recati al suo quartiere tre incogniti pulitamente vestiti, dopo un colloquio avuto con essi, si cambiò di panni e così coi medesimi restituendosi a casa verso le tre.„ —
Qui tutto è mistero, compresa quell’uscita ad ora tarda di notte...... Solamente la Polizia pigliava una cantonata. Da un mese essa non faceva che pedinare un pacifico cittadino francese, da lei scambiato per l’autore dei Profughi di Parga!