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avrebbe preso a suo confidente intimo, a testimonio di tutte le sue azioni un uomo che non fosse stato a parte dei segreti della Giovine Italia? Ma potrebbe qualcuno dire: e se il Capponi avesse frequentato il salotto mazziniano della Bellerio nella sua qualità di gentiluomo e di adoratore della bellezza muliebre, indipendentemente da ogni motivo politico? Ma se a siffatta supposizione si dovesse per un momento riconoscere un’apparenza di serietà, bisognerebbe supporre anche che il Capponi avesse ignorato, per quasi un anno, chi fosse la Bellerio, che cosa fosse venuta a fare e che cosa facesse a Firenze; in quali rapporti vivesse colla Polizia; quali relazioni avesse col Mazzini; cose tutte che il Capponi non poteva ignorare, sia perchè la prigionia dorata della Bellerio non era un segreto per alcuno1, sia perchè lo stesso Mazzini, scrivendo alla sua amica, chiedeva: „L’ami de Thomas ne t’oublie sans doute?„ E l’amico di Thomas (nelle lettere dirette dal Mazzini alla Bellerio il Tommasèo è chiamato Thomas) non poteva essere che il Capponi, perchè degli amici fiorentini dello scrittore dalmata il solo Capponi frequentò la casa della Bellerio.
Ma qui la matassa s’arruffa in un modo maledetto. Imperocchè, ammesso che il Capponi avesse fatto parte della Giovine Italia, o per lo meno ne avesse conosciuto i segreti per mezzo della Bellerio, resterebbe inesplicabile la condotta della Polizia verso di lui. Come abbiamo già detto, durante il soggiorno della Bellerio a Firenze, più d’una volta commissari ed ispettori denunziarono al Presidente del Buon Governo d’essere il Capponi in relazione col Mazzini. Il Commissario dì Santa Croce lo additò alla collera del Governo come il principale cooperatore della fuga della Bellerio. Ebbene, il Bologna non diede mai ascolto a quelle accuse; in un rapporto del Buon Governo, anzi, è ricordato come nel carnevale dell’anno innanzi (1833) il Capponi
- ↑ La stessa Bellerio ebbe ripetutamente a lagnarsi col Bologna, presidente del Buon Governo, del modo poco o punto decente con che era spiata e sorvegliata dagli agenti della Polizia. La Bellerio (e l’abbiamo già detto) quando fu conosciuta dai Capponi abitava in casa del custode della Presidenza del Buon Governo.