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delle lettere, metà amorose e metà politiche, che il Mazzini scriveva dalla Svizzera alla sua volubile e capricciosa amica. Più tardi, quest’ultima, stanca di vivere in un carcere dorato, volle lasciar Firenze; ma il Governo che aveva preso gusto a quel giuoco e che per mezzo di lei poteva leggere sin nel fondo del cuore del Mazzini, le rifiutò il passaporto; se non che la signora, che aveva troppo vissuto fra le cospirazioni per restarsene colle mani alla cintola dinanzi a quel rifiuto, aiutata dal Capponi e dal ministro inglese presso il Governo Toscano, pensò, di nascosto, svignarsela. La Polizia a cui non isfuggiva nessun atto come nessun pensiero della Bellerio, raddoppiò di vigilanza e il giorno destinato alla fuga, mise in moto guardie ed ispettori. La signora, che ancora aveva da prendere qualche accordo col Capponi, scrisse a quest’ultimo un biglietto con che gli dava un appuntamento in Duomo. Il biglietto, d’un carattere assolutamente intimo, rivelava come fra l’amica del Mazzini e il marchese non ci fossero segreti. Esso era del tenore seguente: „Caro Gino; a mezzodì trovati in Duomo; ho bisogno di parlarti.„ Cosa assai singolare, il biglietto trovasi ora fra gli atti segreti della Polizia, benchè non fosse stato sequestrato nè in casa della Bellerio, nè nelle mani del latore, essendo esso pervenuto al Capponi, come lo dimostra il fatto attestato dal Commissario di Santa Croce nel rapporto del 9 settembre 1834, cioè che lo stesso giorno fissato per l’appuntamento, fu vista la Bellerio uscir di casa, e qualche minuto prima del mezzodì entrare in Duomo, dove, nella navata di destra l’aspettava il Capponi col quale la signora s’intrattenne. La sera di quel giorno l’amica del Mazzini prendeva la fuga; ma la Polizia che non la perdeva d’occhio, la raggiunse, e l’arrestava l’indomani in quel di Pescia.

Ora noi domandiamo: il Capponi avrebbe potuto cattivarsi la fiducia — una fiducia intiera, illimitata, come abbiamo visto — dell’amica e dell’emissaria del Mazzini, se egli non fosse stato legato coi liberali, compresi i mazziniani, con vincoli assai più tenaci di quelli di una semplice amicizia? Giuditta Bellerio, che malgrado i suoi occhi glau-