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cosa sarebbe stata semplicemente impossibile, se in quei dì lo stesso Capponi non avesse dato di sè e della sua devozione al Granduca solide garanzie. Ciò non tolse però che fra i sanfedisti e fra i poliziotti non godesse fama di rompicollo, di malpensante e di settario, e non lo si denunziasse come un nemico del trono e dell’altare. Negli atti segreti della Polizia dell’anno 1833, esiste sul Capponi un curioso appunto redatto d’ordine della stessa Presidenza del Buon Governo: un appunto dove, per ordine di data, sono segnate tutte le accuse che da quasi tredici anni a quella parte Bargelli, Ispettori e Commissari avevano spiegate nelle loro note riservate contro il marchese. Così apprendiamo che in un rapporto del 6 ottobre 1823, il Commissario di S. Croce sospettava che il Capponi potesse avere un carteggio segreto, d’indole politica, coi liberali di Francia e scambiato per mezzo di pedoni; quasi sullo stesso tempo un altro agente riferiva che il nostro patrizio aveva spedito segretamente a Genova un messo ed un altro ne aveva ricevuto, sempre con mistero; nel marzo del 1826, essendo egli ammalato si notò in casa di lui una grande affluenza di liberali per parlarvi degli affari di Russia e Turchia, distinguendosi sopra tutti il generale Colletta, esule napoletano; ragionamenti non esclusivamente platonici, imperocchè aperta e patrocinata dal Capponi una oblazione a favore dei greci insorti contro il legittimo Governo Ottomano, trecento zecchini offrì lo stesso Capponi, cento il cavaliere Girolamo Bardi, cento il conte Piero Mozzi, cinquanta il marchese G. B. Capponi, cinquanta il marchese Vincenzo Capponi, cinquanta il D’Elci, cento il cavaliere Altoviti, quattromila scudi, da vero signorone notante fra i rubli, il conte Demidoff1.

  1. Il Governo dapprima, e certamente in omaggio alla legittimità del Governo del palo e dei bascià tagliatori d’orecchie cristiane, proibì la colletta, poi lasciò correre, purchè alla colletta si desse non forma pubblica, ma privata, non potendosi proibire (scriveva don Neri Corsini il 17 giugno 1826) alla „pietà individuale che facesse il suo corso per la Grecia.„ La colletta, peraltro, era timidamente fatta in nome della carità cristiana. Fra le parole che l’accompagnavano, si leggevano questo: „I Cristiani d’Oriente hanno diritto d’esser soccorsi dai Cristiani d Occidente.„