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a me sembrerebbe, che il di lui soggiorno a Livorno non può estendersi al di là di tre giorni.„

Avendo anche il Paüer sentito il bisogno che l’autore degli Ultimi Casi di Romagna non prolungasse oltre tre giorni il suo soggiorno a Livorno, il Bologna, lo stesso di 2 aprile, scrisse al Governatore di quella città perchè „in modo conveniente e col debito riguardo facesse sentire al sig. D’Azeglio che la di lui dimora a Livorno non potrebbe estendersi al di là del giorno quattro.„

Frattanto, non alla locanda della Gran Brettagna, ma a quella dell’Isole Brittaniche, aveva luogo il banchetto che i liberali livornesi davano al D’Azeglio. La Polizia, al solito, non mancò di mettersi sopra pensiero per quel pranzo e fu con una soddisfazione, che poteva anche nascondere il dispetto, che il Carpanini, auditore del Governo, il 30 aprile, ne scrisse al Bologna, rilevandone l’insuccesso cagionato dalla poca o niuna notorietà delle persone intervenute al simposio, quasi che Livorno, città per eccellenza mercantile e tutta dedita agli affari, avesse potuto inviarvi qualche cosa di meglio. „Nel decorso giorno ebbe luogo il pranzo in onore di D’Azeglio. Gl’invitati erano quaranta, ma non ne intervennero che ventitrè.... Erano a tavola, oltre D’Azeglio, Enrico Mayer, Giuseppe Giusti, Vincenzo Malenchini, Antonio Padovani, Francesco Pachò, Michele Palli, l’avv. Giuliano Ricci, l’avv. Cercignani, Francesco Saverio Orlandini ed altri meno conosciuti. Tutti i convitati si contennero con molta riserva, astenendosi da discorsi politici. Il D’Azeglio si mostrò piuttosto serio che lieto, forse per essere poco soddisfatto della qualità delle persone convitate, le quali ben poche sono di qualche valore sociale. Difatti, togliendo il Mayer e il Giusti, ben noti per potenza d’ingegno e per opinioni liberali, nonchè il Padovani, probo e distinto cittadino, e l’avv. Cercignani celebre pel suo ingegno e la sua eloquenza, ma altrettanto noto pel suo amore alla gozzoviglia, tutti gli altri sono delle nullità. Il Malenchini, pazzo e stravagantissimo, fa il liberale per moda; il Palli, un ricco greco, è un ozioso e spensierato; il Ricci è più distinto per le sue stravaganze, che terribile come li-