Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/340


327

glio, pregava il Bologna che ordinasse all’autore degli Ultimi Casi d’evitare, nel suo viaggio, Pisa. Lo stesso Governatore della città, il marchese Luigi Serristori, si univa alla preghiera dell’auditore.

Lo stesso giorno del banchetto, il presidente del Buon Governo, rispondendo al Governatore di Pisa, gli faceva conoscere che avrebbe in giornata inibito al D’Azeglio di passare da quella città, ed a lui ordinava che ove l’autore dell’Ettore Fieramosca si presentasse alle porte, fosse pure respinto. Gl’ingiungeva inoltre che chiamasse a sè i promotori della dimostrazione, e severamente li ammonisse.

Bisognava far conoscere al D’Azeglio il divieto d’entrare a Pisa; e il François, segretario all’ufficio dei passaporti, d’ordine del Presidente del Buon Governo, con un suo biglietto, pregava il D’Azeglio che „prima della sua partenza passasse da lui per fargli un’urgente e importantissima comunicazione.„

Al biglietto del François, il D’Azeglio rispose:

„Il sottoscritto essendo tornato a casa alle ore 6, ora nella quale gli si dice chiuso l’ufficio dei forestieri, non può recarsi, secondo l’invito trovato nella lettera del sig. Segretario, nel detto ufficio.

„Lo prega per conseguenza a volergli indicare quando e dove desidera sia fatta la comunicazione indicata nella lettera suddetta, essendo sua intenzione partire da Firenze domani lunedì alle 10 a. m.

„Dalla Locanda di Porta Rossa lì 29 marzo.

Massimo d’Azeglio.„


Ricevuto il biglietto del D’Azeglio, il François, presi gli ordini del Bologna, mandò a dire all’autore degli Ultimi Casi, per mezzo d’un agente di polizia in borghese, che l’avrebbe ricevuto alle nove. Il messo del Buon Governo trovò il D’Azeglio a tavola, e fattolo chiamare a sè, gli espose il messaggio. Ma il portatore di questo non potè conservare l’incognito; ed essendo stato riconosciuto, la sua apparizione a quell’ora, durante il banchetto, e più ancora