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volto, insieme ad altri, Eugenio Albèri, essendo stato provato come alcuni degli scritti clandestini che allora circolavano per Firenze fossero stati stampati nella tipografia da lui condotta. Ma l’Albèri giustificò che a quella stampa era rimasto completamente estraneo, essendo stata eseguita durante un’assenza di lui dalla città: e il procedimento fu continuato contro gli altri prevenuti.
Sopra Filippo De Boni, sopratutto, la Polizia portò le indagini, anche perchè non toscano; ma il futuro traduttore della Vita di Gesù, del Rènan, saputo che era ricercato, prese il volo da Firenze; e quando la Polizia andò a cercarlo in casa, trovò il nido vuoto. Quasi nello stesso tempo la Polizia di Venezia chiedeva a quella di Firenze notizie su di lui; e questa, il 7 aprile, rispondeva che il De Boni per parecchi anni era stato a Firenze occupandosi di letteratura e godendo fama di buon letterato; che in seguito, avendo rilevato, come i suoi scritti letterari e drammatici fossero improntati a sentimenti liberali ed egli stesso non fosse affatto estraneo alla diffusione di componimenti sovversivi, gli era stata praticata in casa una infruttuosa perquisizione, e che infine essendo scomparso da Firenze, fu ordinato che non gli si permettesse più di rientrare nel Granducato.