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il proscritto fosse ricoverato presso la signora Genovieffa Farini, moglie del dottor Carlo Luigi Farini, donna d’alti spiriti, coraggiosa, soccorritrice d’esuli, quantunque essa stessa fosse un’esule „nota ricettatrice — scriveva l’Ispettore di Polizia — di persone sospette.„ La signora Genovieffa abitava nel palazzo Catani, dietro le campane di San Lorenzo. La sua casa fu perquisita e vi si sequestrarono lettere e carte; però il Renzi non fa rinvenuto. Ma il Paüer e l’Humbourg, a cui faceva coro il Bologna, s’erano di troppo addentrati nella via della reazione, perchè dinanzi alle prime indagini infruttuose si arrestassero. Si cercò, dunque, ancora, sguinzagliando sulle orme del riminese bracchi e spie. Alla fine la Polizia fu sulle tracce della selvaggina, e il Renzi fu scovato in casa della contessa Maria Ruffo, di Rimini, che abitava in via delle Oche, nella casa segnata allora col N. 704. Si rinvenne il ricercato sotto un letto, punto eroicamente; ma già si sa, visti in camicia, nell’intimità della vita privata, gli eroi perdono la loro aureola e ridiventano uomini, specie che nel Renzi nemmeno c’era la stoffa dell’eroe, come in seguito i fatti dimostrarono. Nella stessa casa la Polizia trovò l’amante di lui, quella Polverelli colla quale questi aveva carteggiato. Richiesto dall’Ispettore delle sue generalità, il Renzi dapprima disse d’essere Antonio Stella, poi l’altro insistendo, non nascose più l’esser suo. Tratto in arresto, tutta la città e con questa tutta la Toscana, furono riempite del suo caso: imperocchè il Governo Papale era esecrato, anche da coloro che non dividevano le nuove idee di riforme; ed in tutti era vivo il ricordo delle fucilazioni e delle impiccagioni che in Romagna avevano reso infame il nome del Vicario di Cristo. Avrebbe il Governo granducale, che memore di Pietro Leopoldo non aveva mai visto di buon’occhio preti e frati, ceduto questa volta alle richieste della Corte di Roma? Oppure avrebbe opposto un rifiuto, come l’aveva opposto nel marzo di quell’anno stesso, quando avendo fatto arrestare, in seguito a dimanda d’estradizione avanzata dal Governo pontificio, il dottor Artidoro Marcolini, di Ravenna, ne rifiutò la consegna, sulla considerazione che questa non poteva farsi, per