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zionario, è certamente quello della estradizione di Pietro Renzi alle autorità pontificie.
Benchè Massimo d’Azeglio nel suo viaggio in Romagna avesse sconsigliato i liberali d’insorgere, pure questi, o almeno i più insofferenti, non vollero attenersi ai consigli dell’autore del Niccolò de’ Lapi; e a Rimini, insorsero. Il moto, come era facile prevedere, fu represso, e i suoi autori, in parte furono tratti in carcere, in parte presero la via dell’esilio.
Pietro Renzi, riminese, fu tra questi ultimi.
Ricoveratosi in Toscana, a mente di una convenzione conclusa poco prima fra il Governo granducale e la Corte Romana, il Renzi si sarebbe dovuto consegnare a quest’ultima. A Roma viveva ancora papa Gregorio XVI e la consegna sarebbe stata pel Renzi la sua condanna di morte. Laonde il Governo, che ancora non aveva rinunziato alle sue gloriose tradizioni di gentile ospitalità, fornito il Renzi d’un passaporto, l’imbarcò a Livorno per la Francia colla comminatoria di tre mesi di carcere, ove avesse fatto ritorno nel Granducato. Ma ivi a poco, la polizia di Rimini intercettò alla posta diverse lettere che un certo Antonio Stella dirigeva colà ad una certa Antonia Dini. Si sospettò che sotto il nome di Antonio Stella si nascondesse il Renzi, e sotto quello d’Antonia Dini, l’amante di lui, Annunziata Polverelli; e che le lettere provenissero dalla Toscana. Il sospetto si mutò subito in certezza, quando la Polizia ebbe in mano altri indizi; così il Governo pontificio potè indicare a quello Toscano la casa dove il Renzi, sotto mentito nome, si nascondeva a Firenze, e chiedere nello stesso tempo la consegna del rifugiato. Ai Ministri del Granduca la domanda della Corte di Roma non recò nessuna sorpresa: perocchè, a Palazzo Vecchio, non governava più nè il conte Fossombroni, nè don Neri Corsini; c’erano, all’incontro, colà delle persone che non sognavano che gesuiti, suore di carità, esili, manette, birri e la gloria del duca di Modena, un boia mascherato da principe. Laonde ordinarono che pel momento il Renzi fosse ricercato e tratto in arresto; in seguito il Governo avrebbe provveduto per la consegna. Dapprima si suppose che