Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/32


19

nirsi delle caserme e delle armi, e proclamare la repubblica; tutto ciò, s’intende, accompagnato dalle solite violenze, uccisioni di ministri, sgozzamento di birri e frati, incendio d’archivî e bottino di pubblica pecunia. E perchè il romanzo non fosse campato fra le nubi ed avesse l’aria di realtà, l’amico presentò un proclama, che spacciava dettato dallo stesso Guerrazzi, benchè nè la grammatica, nè la lingua deponessero a favore dell’autenticità di quel documento. Ma al Bologna, quelle rivelazioni, e in modo particolare quel proclama, seppero di falso un miglio lontano; ed avendo ordinato una perizia calligrafica, questa mise in chiaro, e assai facilmente, come il carattere del proclama fosse della stessa mano che aveva vergato una denunzia anonima, colla quale, da Pisa, si rivelava al Bologna la cospirazione. Un’inchiesta provò come l’amico del Bargello di Pisa e l’anonimo denunziatore fossero la stessa persona. Il ministro della polizia, che trovava parecchio impertinente lo scherzo, volle che il mistificatore non restasse impunito, e per mezzo del Governatore di Pisa impose al disgraziato Bargello, che tirasse fuori il nome del fiduciario. Ma il Bargello si schermì adducendo che ove declinasse quel nome e venisse così meno all’impegno contratto colla spia, nessuno più avrebbe parlato, nemmeno a pagarlo come un ministro. Al Governatore questa giustificazione andò a fagiuolo; e il Bologna rinunziò a punire l’inventore del poco ingegnoso romanzo.

Ma oltre le spie interne, c’erano quelle esterne. Queste avevano per ufficio di sorvegliare, all’estero, gli atti dei liberali, specie dei capi delle sètte, e riferire1, oppu-.

  1. Ecco quanto il Bologna scriveva, nel marzo del 1835, a proposito d’una di rotali spie, al Governatore di Livorno: „Vedo che si continua a pagare lire sessanta al mese al capitano mercantile Lucchesi, mentre nulla si è saputo da lui.... Ella non ignora che di questi delatori segreti quattro quinti almeno non hanno in ultima analisi altra veduta che quella di lucrare la mercede, senza correspettività.„