Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
302 |
verno francese si fosse prestato a liberarlo dalla detenzione, anche maggiori se ne presentano adesso dopo la sua fuga. Si rende quindi indispensabile di prevenire il possibile che il principe tenti di penetrare nel Granducato, dando ordini positivi perchè non gli venga permesso l’ingresso.„
E il Bologna non mancò subito di dare in tal senso i suoi ordini al Governatore di Livorno, don Neri Corsini junior., avvertendolo che correva voce come il principe si fosse procurato a Londra un passaporto sotto il nome di colonnello Crawford.
⁂
Intanto, l’ex-re d’Olanda, il conte di Saint-Leu, agonizzava a Livorno, in una camera dell’Albergo di San Marco. Il fratello di Napoleone I, era conosciutissimo, come quasi tutti i napoleonidi, in Toscana, ove era venuto a stabilirsi poco dopo l’immane catastrofe di Waterloo.
Piuttosto avaro, non pagava che stentatamente i suoi fornitori, e i suoi ozî di re in esilio ammazzava collo studio.
Mentre il fratello Girolamo riempiva Firenze del rumore de’ suoi amori e dello splendore delle sue feste, egli scriveva una vigorosa replica alla Storia di Napoleone I, di Walter Scott, e quando l’ex-re l’ebbe compiuta, seguitò sempre a scrivere. Soltanto, scambio di difendere il vincitore di Marengo e d’Austerlitz dalle accuse dello scrittore inglese, imbastiva romanzi, che la sua vicina di casa, la contessa d’Albany, trovava parecchio pesanti, e canzoncine, che qualche raro visitatore francese di quel re decaduto, trovava piuttosto graziose.
Egli spirò il 25 luglio, senza che potesse abbracciare l’unico suo figlio superstite. Nel suo testamento espresse il desiderio che la salma del suo primogenito — il principe Napoleone morto in Romagna — dalla chiesa di Santo Spirito, di Firenze, ove era stata tumulata, fosse trasportata nel castello di Saint-Leu ed ivi sepolta insieme alla propria.