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In data del 17 aprile 1846 — in un momento in cui da tutti si riteneva imminente un movimento insurrezionale nella penisola — S. E. il comm. Giovanni Bologna, ministro della Polizia del Granducato di Toscana, scriveva, di tutto suo pugno la nota seguente:
„Il principe Napoleone di Montfort domanda in nome di suo padre, il principe Gerolamo, e di suo zio il principe Luigi ex-re d’Olanda, se nel caso che il Governo francese accordasse al giovine principe Luigi figlio di quest’ultimo, ora detenuto nel forte di Ham, un salvacondotto d’uno o due mesi per venire a rivedere il cadente suo genitore, il Governo toscano fosse per opporsi al suo ingresso in Toscana pel tempo e per l’oggetto sopra enunciati.„
Come si vede, da questo documento non traspare che la pietà filiale del principe. Il cospiratore — ne stiano sicuri i nostri lettori — non mancherà di far capolino. E Luigi Napoleone — e questo si sa — era nato col bernoccolo del cospiratore.
Ma il Governo toscano non era più rappresentato in quei giorni dal conte Fossombroni, nè da don Neri Corsini, che in fatto d’ospitalità avevano sempre professato idee larghe, o, come oggi si direbbe, inglesi.
Reggeva la segreteria di Stato il vecchio Cempini, che non s’occupava che di finanza, mentre il Paüer e l’Humbourg, l’uno agli interni e l’altro agli esteri, dinanzi al soffio di riforma che spirava in quel tempo in Italia, non avevano saputo far altro di meglio che di stringere i freni e di darsi anima e corpo ai gesuiti, i quali cercavano d’introdursi, magari di straforo, nel Granducato. Quanto a politica estera, i due ministri, oltre al vecchio pedagogo che s’incarnava nella medievale figura del principe di Metternich, obbedivano al dottrinario Guizot, che rinnegati i suoi antichi principî di libertà professati dalla cattedra e nei libri, s’era tramutato in istrumento di reazione.
Difatti, fu dietro il consiglio del ministro di Francia presso il Governo granducale, che S. E. Bologna, dopo essersi posto d’accordo con S. E. Paüer, scrisse la seguente lettera al principe Napoleone (Gerolamo) Bonaparte, che po-