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cadavere impagliato della reazione coll’introdurre in Toscana le suore di carità, e collo stringersi in intima alleanza colla Corte romana, alla quale, in mezzo ad un grido di riprovazione che si levava da tutta l’Europa liberale, consegnava il rifugiato politico Pietro Renzi.

È una nota dell’Ispettore di Polizia di Firenze che attribuisce le Attualità fiorentine al Giusti.


È questo il secolo
    Che la parola
    Divien solubile
    E se ne vola.

Difficilissimo
    Ora diviene
    Trovar fra gli uomini
    Un uom da bene.

Ma questa regola
    Soffre eccezione
    Nel far l’analisi
    Delle persone.

Se a caso un discolo
    La fè non cura,
    Egli è impossibile
    Cangiar natura.

Ma se in un Principe
    Regna doppiezza,
    Che bella maschera
    Divien l’Altezza!

Che conta un codice
    Leale e franco,
    Quando tramutasi
    Il nero in bianco?

Se sempre un premio
    Trova il delitto,
    S’annulla il codice
    Con un rescritto.

È meglio vivere
    Senza una legge,
    Quando non trovasi
    Chi la protegge.


Quest’oggi al profugo
    Si dava aita.
    Domani attentasi
    Alla sua vita.

Oggi respingesi
    In cielo estrano;
    Domani rendesi
    Al Vaticano1

E là quel misero
    Sua sorte aspetta.
    Là dal suo carcere
    Grida vendetta.

Che azioni nobili!
    Che tratto umano!
    È bello, Etruria,
    Questo sovrano!

Quando nel Principe
    Regna doppiezza,
    Che bella maschera
    Divien l’Altezza!

Che vada al diavolo
    Chi ci governa,
    Giù nella polvere
    L’odiata terna

Dei diplomatici,
    Dei consiglieri,
    Appoggio e cardine
    Dei dicasteri.

Questo inettissimo
    Sciocco Consiglio
    Muove nel popolo
    Grave bisbiglio.

  1. Alludesi alla consegna del Renzi.