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del Giusti); poichè i detti componimenti sono stati stampati sull’Apostolato Popolare (magra per non dire addirittura magrissima ragione questa, perchè non tutte le poesie del Giusti avevano visto la luce su quel foglio), giornale vietato che circola in Toscana. E se al Giusti per avventura potesse essere caduto in mente di portare alla stampa fuori di Toscana le sue produzioni, credasi pure che non si apprenderebbe mai al partito di darne incarico a Virgilio Vignozzi, ed a mani più sicure affiderebbe quell’incarico.„
Ed il dabbene Commissario, che in altre circostanze aveva dimostrato come in lui fosse la stoffa di un vero birro, conchiudeva serenamente che in vista di tali considerazioni non aveva nemmeno stimato prudente di chiamare a sè il Vignozzi per interrogarlo, con arte, sul disegno attribuitogli.
Ma era destino che il Giusti trovasse di farina impastata col miele anche i commissari a cui egli, ne’ suoi versi, non risparmiava le staffilate! E che staffilate!
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Restava al Bologna di fare una diligente ed accurata inchiesta intorno a quella certa poesia contraria alla dinastia austriaca; dinastia alla quale apparteneva, come con fine rimprovero per la Polizia toscana osservava l’I. e R. Governo di Lombardia, il sovrano del poeta; la quale poesia, ove fosse stata scritta, o si scrivesse dal Giusti, era desiderio dei rettori cesarei che andasse a finire sotto lo spegnitoio. E questa bisogna il Bologna l’affidò all’Ispettore di Polizia di Firenze, il quale se ne sbrigò alla meglio raccattando quanto sul poeta e sulle sue poesie correva per la città; e fu, in parte, su tale rapporto che il Bologna, coll’aggiunta di alcune sue osservazioni personali, imbastì la nota che sotto il 16 giugno 1846 diresse al Corsini. Nella qual nota, il Presidente del Buon Governo, dopo d’a-