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crois qu’après deux heures de conversation, nous nous sommes séparés fort énnuyés l’un l’autre. Il m’a parlé de réligion et politique. Christianisme à la Manzoni. Le christianisme se meurt pour moi: le catholicisme est mort. Je le lui dis bonnement. Il s’en est fâchè-presqu’il voulut soutenir sa thése. Je le renvoyais à un an de séjour en France pour se convaincre, s’il était possible, de ranimer un cadavre. Il me domanda ce qui je voulais substituer. Je lui dis que il n’était pas mon rôle à moi, ni à un individu quelconque de le faire; mais bien au premier peuple qui vaudrait ou pourrait se constituer dans la pratique rèvelateur de la loi morale qui regit les destinées de l’humanité. Là finit notre discussion sur le point.... Je le crois sans idées bien arrêtées; enfin, j’avais plus d’estime de ses facultée avant, que après.„


Questa lettera conosciuta dal Gabinetto nero, mise la Polizia al corrente dei passi fatti dal Tommasèo, appena uscito di Toscana, per accostarsi a colui che in quei giorni, cioè, all’indomani della spedizione di Savoia, era ritenuto come il nemico più serio e più terribile dei troni della vecchia Europa. Passato a Parigi, lo scrittore dalmata non fu perduto di vista dalla Polizia, specie che parecchi ragguagli sull’amministrazione e sugli uomini di Stato della Toscana comparsi sui giornali francesi, si credeva che fossero farina del suo sacco. Infatti, il Commissario di Santa Croce, il 20 maggio 1834, scriveva alla Presidenza del Buon Governo: „Aumentano le ingiurie sui giornali francesi contro il Governo toscano. Io credo che sia l’opera di G. B. Vieusseux, del marchese Gino Capponi, e Cosimo Ridolfi e del famigerato greco (sic) Tommasèo, scomparso nei mesi decorsi improvvisamente dalla Toscana e stabilitosi a Parigi.„

Intanto, gli scritti che il Tommasèo andava a mano a mano dando fuori, riuscivano ostici al Governo granducale. L’antico redattore dell’Antologia, col suo stile epigrammatico, faceva le sue vendette. Del libro: Opuscoli Inediti di frà Girolamo Savonarola. Italia, di cui già abbiamo parlato, il Fabbrini, segretario generale del Buon Governo, così