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sta: La Voce della Verità, di Modena, potè, colla cooperazione della stessa I. e R. Posta, essere impunemente spedito sino nei più oscuri comunelli della Toscana.
I letterati e i dotti, che dalle altre parti d’Italia venivano a studiare in Toscana o a fissarvi il loro soggiorno, erano tenuti d’occhio dalla Polizia, se ritenuti per liberali nel paese che lasciavano. In quest’ultimo caso, si capisce, erano i governi del paese dal quale si allontanavano, che incaricavano quello Granducale di far vigilare i nuovi arrivati. Così fu fatto vigilare, nel 1837, l’abate Gaetano Barbieri, un predicatore allora in gran voga, sospettato di relazioni coi liberali; e la Polizia non parve acquietarsi, che quando seppe come per intrighi di preti non avesse potuto il Barbieri predicare nè nella chiesa di Sant’Ambrogio, nè in quella di Santa Felicita.
Intanto la Polizia segnava nel suo libro nero: che il famoso predicatore avendo accettato un invito ad una festa di ballo data nel palazzo Ximenes, vi andò in compagnia della contessa Grimaldi, che nella sua gioventù era stata una delle favorite di Napoleone I. S’intende che divenuta vecchia, la contessa s’era fatta amica dei preti; eppure alla Polizia sembrava strano che un ecclesiastico andasse ad un convegno per nulla religioso insieme ad un’antica mondana.
Intorno a Michele Amari, che per aver pubblicato: Un Episodio delle Storie Siciliane del secolo XIII, ebbe a lasciare precipitosamente il reame delle Due Sicilie, troviamo la seguente nota del Ministro degli affari esteri in data del 13 dicembre 1843, al Presidente del Buon Governo:
„Certo sig. Enari (sic), napoletano (sic), letterato di qualche fama e recentemente evaso (sic), dai Regi Stati, si è rifugiato in Francia dopo che una Storia delle Città Italiane (sic), incontrò — dicesi — la disapprovazione del Governo. Si assicura che mediti di passare a Livorno e di fissarvisi, qualora possa trovarvi coll’esercizio della letteratura mezzi di occupazione e di lucro.
„Non si conoscono gli antecedenti dell’Enari (sic); ma oltre il fatto sopra indicato è noto esser egli in relazione d’amicizia coll’avv. Guerrazzi, di Livorno.„