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„Altezza Imperiale e Reale!
„Le amichevoli preghiere del signor Vieusseux direttore dell’Antologia, gli istanti consigli di altri amici che affermavano la mia dichiarazione inutile, e forse dannosa al giornale; il pensare che a tutti i lettori di quello essendo ben noto di chi fossero gli articoli segnati K. X. Y, ripeterlo da me sarebbe potuto sembrare boriosa provocazione; la speranza che trattandosi di scritti approvati da un rispettabile censore e da uno zelante ministro, le cose avrebbero sortito altra fine; la speranza ancora più ferma che procedendosi per vie ordinarie e legali io avrei avuto il tempo di sodisfare alle mie convenienze senza nuocere altrui, queste ed altre ragioni mi tennero dal dir cosa, che l’amor mio mi comandava professassi altamente. Ora il bisogno di rigettare da me ogni sospetto di fiacca timidità, il bisogno di far noto che la persistenza a negare del sig. Vieusseux non era atto indocile ma generoso, la speranza la quale pure mi resta nella giustizia di V. A. R. che conoscendo l’incolpato, sopra di lui solo Ella vorrà portare il giudizio inflitto sull’intiera Antologia, m’impongono di protestare che non solamente gli articoli segnati K. X. Y. sono miei, ma che io soglio per capriccio segnare d’altre sigle i miei scritti, onde se nell’articolo sul poema del Curti è cosa imputabile, io di buon grado ne chiamo sul mio capo la pena, e per guarentigia dell’avvenire prometto e giuro, se è necessario, di non più scrivere in un giornale di cui desidero continuata la vita, perchè la sua vita è sussistenza di più che quaranta persone, perchè il suo giudizio era invocato e rispettato dai dotti d’Italia, perchè le sue parole erano amorevolmente ripetute dai giornali di Lombardia, di Francia, d’Inghilterra e d’Austria, perchè non arrossirono di scrivere in esso i più chiari uomini della Nazione, e non pochi dei più quetamente pensanti, Cesare Lucchesini, e fino nell’ultima malattia G. B. Zannoni, e il Cibrario e il cav. Manno, ministri del re di Sardegna, perchè la sua