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qualificabilissimo rifiuto. E se mi fosse permesso d’esprimere rispettosamente il mio parere, direi che Vieusseux dovesse essere inviato davanti il Commissario del quartiere di Santa Croce per ricevervi formali ingiunzioni non lasciando di dichiarargli la sospensione della facoltà di continuare la pubblicazione del giornale, finchè non avesse corrisposto a ciò che il Governo esige da esso.„

La condotta del Vieusseux non poteva essere più corretta, più nobile. Colle sue risposte ferme, improntate alla più sincera franchezza, egli dava una lezione d’onestà all’illustrissimo signor cavaliere Bologna, il quale, poveretto, non capiva, malgrado le sue dichiarazioni spippolate con tòno autoritario, come in quel colloquio chi ci rimetteva e dignità e riputazione di galantuomo fosse proprio lui che in nome del Governo pretendeva che il Vieusseux, tradendo i suoi redattori, si facesse spia!

Di quel colloquio ecco come lo stesso Vieusseux rese conto in certi foglietti, dove giorno per giorno narrò i fatti che accompagnarono e seguirono la soppressione del suo giornale:

„Alle ore 6 1/2 pom. il Presidente del Buon Governo mi ha fatto pregare di passare da lui. Ecco il colloquio.

P. Signor Vieusseux, ho da farle una comunicazione da parte del Governo.

V. Io sono qui per ascoltarla.

P. Il Governo vorrebbe conoscere i nomi di quelle persone che scrivono nell’Antologia, che sono anonime, oppure non pongono che semplici lettere o segni di convenzione sotto i loro articoli.

V. Mancherei all’onore e alla delicatezza nel palesarle i nomi di persone le quali amano di rimanere anonime e confidano nella mia discretezza e lealtà.

P. Ma si tratta d’un desiderio dell’I. e R. Governo.

V. Quando si tratta dell’onore non si cede a nessuna considerazione.

P. Ma rifletta che lei nega al Governo, e ci pensi meglio.

V. Quando si tratta dell’onore, il primo movimento è sempre il migliore.

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