uno scopo non mai municipale; ecco ec., ec.„ Ma se le tendenze liberali e nazionali del giornale sfuggivano al Fossombroni e al Corsini, i quali, come abbiamo detto, a meno che non fossero svegliati da Vienna dormivano della grossa, non passavano inosservate alla vigile e sospettosa Polizia austriaca che interdisse l’entrata del fascicolo del settembre 1832 nel Regno Lombardo-Veneto. La scomunica era il preavviso della soppressione; e difatti la Cancelleria viennese, il 1° febbraio 1833, per mezzo del Ministro di S. M. I. e R. alla Corte Granducale, il conte Senfft-Pilsach, denunziava al Fossombroni l’Antologia come un giornale di tendenze pericolose e rivoluzionarie. Ma quali erano gli articoli o meglio le parole che l’Austria incriminava, mentre non avevano punto offeso i nervi della censura toscana? Il signor Ministro austriaco non mancò di mettere sotto gli occhi di S. E. Fossombroni le frasi incendiarie. Nientemeno, in un articolo, parlandosi del Romagnosi, si diceva che „col continuo rivolgere ed avvicendarsi di speranze e timori, di potenze italiane, conservò l’anima intemerata e con virtuosa rassegnazione sopportò le ingiustizie e la povertà.„ In un secondo articolo, discorrendosi dell’opere di Silvio Pellico, si diceva: „Ma un’immensa sciagura s’addensò su quel capo, ed un lungo silenzio successe a quel canto, (cioè, alla Francesca da Rimini) che risuonando sempre in ogni animo, risvegliava la pietà e il desiderio dell’infelice.„ Infine, in un terzo articolo, rendendosi conto della Storia d’Italia di Cesare Balbo, si parlava dei diversi dominatori della penisola, aggiungendosi un „taccio del Tedesco per la stessa sua lontananza colpevole, ora ignorante e sospettoso e goffo, ora vile e barbaro.„ Ma già i sospetti della Cancelleria di Vienna avevano reso più cauta la censura toscana. Don Mauro Bernardini, scolopio, censore quasi innocuo, di manica larga, incapace di scrutare uno sritto al di là del suo senso letterale, ora, contro il suo solito, diveniva diffidente, minuzioso, incontentabile, e il fascicolo dell’Antologia del novembre 1832, sottoposto ad esame particolareggiato, dapprima dal censore, poi dal Corsini in persona, non fu licenziato a tempo per essere distribuito nè in quel mese, nè