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repubblicana, sfuggivano alla vigilanza della Polizia. Questa, se voleva leggere l’Apostolato, bisognava che andasse a cercarlo presso un consolato, o presso qualche cittadino straniero. Era, peraltro, un giornale di combattimento e i cui scritti appartenevano alle migliori penne che allora vantasse il partito liberale. La parte politica era quasi esclusivamente trattata dallo stesso Mazzini: qualche articolo di letteratura vi pubblicava il Guerrazzi, e le poesie del Berchet, a cui le polizie d’Italia davano un’assidua caccia, vi comparvero quasi tutte, come per la prima volta stampate vi comparvero alcune delle satire di Giuseppe Giusti — s’intende, senza nome d’autore — precauzione peraltro, perfettamente oziosa, chè, a Firenze, la Polizia non ignorava di chi fossero le poesie che s’intitolavano: L’Incoronazione, Lo Stivale, le Mummie d’Italia, Girella. Aggiungiamo subito — come più diffusamente diremo in seguito — che il Giusti era estraneo a quella pubblicazione. Queste poesie, benchè mai stampate, erano cadute nel dominio pubblico, e il Mazzini che ne comprendeva la forza demolitrice, accordò loro la pubblicità nella sua effemeride, strappandole così da quel ristretto numero di lettori liberali toscani, di cui sino allora avevano formato la delizia, per gettarle nel mare magno delle passioni rivoluzionarie che allora agitavano l’intiera penisola. Però quella pubblicazione di strofe settarie in un giornale più settario ancora non lasciò senza sospetti il Governo sulla complicità del poeta in quella stampa; e difatti con biglietto del 9 maggio 1843, il Ministro degli affari esteri faceva conoscere alla Presidenza del Buon Governo come il dottor Giuseppe Giusti avesse ricevuto varie copie del N. 10 dell’Apostolato Popolare per mezzo di Michele Palli, di Livorno, ed aggiungeva. „Non se ne conosce l’epoca, ma pare da non molto tempo.„ Ma il Bologna che conosceva quanto timido fosse il poeta pesciatino malgrado che rivoluzionariamente sentisse, s’affrettò a rassicurare il ministro, anche perchè nel numero indicato — portava la data del 3 febbraio 1843 — non era stata pubblicata nessuna poesia del Giusti.

L’Apostolato Popolare non si pubblicava che ad inter-