Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
218 |
e con grazia pastorale arcadica, satirizza quei buoni sudditi che non si stancano d’obbedire ai loro monarchi. Nei freddi inverni e nelle calde estati. — Conoscendo quel Tommasèo nelle allegoriche sue maniere d’esprimersi, io interpreto che con quel verso egli ha voluto dire essere la cecità dei popoli nella loro venerazione verso i Re da rispettarli nell’inopia (inverno) come nell’abbondanza (estate). Torna ad ingiuriare il cardinale Bernetti e il cardinale Marco y Catalan e fa dire al pro-custode dell’Arcadia e lo deride mettendogli in bocca: Bello è il monte Parnaso! Perchè non è affatto poeta, se è vero che da non molto tempo sia stato eletto a quel posto il cardinale Brignole. Deride il cardinale Castracani, a cui si attribuisce la smania d’esser Papa, col dire: Son belli i troni. Fa sortire il cardinale Odescalchi, il quale non è conosciuto pel più devoto al Papa, almeno all’attuale, con un: Il gran Pastor baciam nei piedi — lo che sa di tutta la possibile ironia, come non è davvero appropriato l’insulto all’ottimo Bernetti: E in bocca le Pimplee sorelle, le quali sono le muse; ma qui il satirico poeta intende le ragazze e le meno mature. Mette in iscena il cardinale Pedicini, ora arcivescovo di Genova, il quale avendo fatto la carriera diplomatica è molto ligio ai Monarchi. Dipinge, in ultimo, il cardinale Larabruschini, ch’è genovese, il quale essendo Camerlengo stimola il Papa a mettere nuovi dazî, e gli dice: Mungi le capre tue, intendendo i sudditi, e con quel: Picchia i caproni, intende i potenti, i ricchi, che sono d’ordinario i più ostili al Sovrano. Finisce il Tommasèo la scena, dipingendo il carattere fiero e desideroso di sangue del cardinale Rivarola da me conosciuto a Perugia e a Roma.....„
E qui il poliziotto-censore narra alcuni atti di rigore dell’eminentissimo Rivarola, quindi continua: „Si vede che il Tommasèo è bene informato del carattere di questo Cardinale, ponendogli in bocca le fiere parole: Ovver gli ammazza, li teschi a un ramo appendi ed indossa la cruenta pelle, che vale quanto il Tommasèo avesse detto: Ammazza ed appròpriati le fortune degli ammazzati (parlando a Papa Gregorio).....„