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che dopo l’avventura capitatale a proposito della Antologia non si fidava più dei propri occhi, diede a leggere il libro ad un censore, più poliziotto che letterato, il quale emise il suo parere in una relazione da cui stralciamo i seguenti passi:
„Passo al brano; Cominciato in una Chiesa e finito al Teatro Italiano. Tutti li scritti anteriori e posteriori a questo sono allegorici, ma in questo particolarmente si scorge più qua e più là la scintilla della prima educazione di Tommasèo a lui data da un suo zio frate conventuale di S. Francesco, che credo tuttora vivente, il quale tendeva a formarsi nel talentoso nipote un dotto proselite.... Il giovine Tommasèo ne incominciò il tirocinio, ma quel fuoco di libertà che lo avvampava fino dai primi anni, lo strappò ai voti dell’innamorato suo zio frate, anche esso coltissimo. Nel seguito di questo scritto si rinviene uno svolazzìo di concetti che sono sparsi tutti di quei semi che lo alimentano nei liberi suoi pensamenti; fatto sta che sino a che egli scrive in una chiesa, come ci fa sapere, le cose vanno bene; quando poi termina si vede che il Tommasèo è al teatro. Tommasèo è una testa esaltata, mesce il profano al sacro.... L’Arcadia Romana, anche sola, poetica diatriba, basta a far concepire l’idea d’un nemico della Corte Romana. Da questo scritto si può immaginare quello che può essere il resto del libro e l’empio fine d’una testa modernamente persuasa dello spirito di rivolta. La scena è nel Serbatoio: — meno male non fu detto nella stalla; però sono sinonimi: Prelati, Arcadi, gregge, che non parlano.... Tommasèo incomincia la satirica azione con un coro d’Arcadi e procura d’imitare il parlare arcadico. Quindi parla il rispettabilissimo cardinale Bernetti, uomo a me notissimo, di tutta probità e lo calunnia di libertinaggio: Cantiam le vaghe donne! Se quel virtuoso Cardinale giungerà a leggere questa contumelia, mi sembra di vederlo abbassare la testa offrendo a Dio l’insulto e perdonando e chiedendo per esso calunniatore misericordia a Dio. Mette poi il maligno Tommasèo in ridicolo l’eminentissimo Macchi, perchè ha sempre mostrato il più vivo zelo per la religione e per i troni cattolici. Parla il coro