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— Eh, non importa mica; |
Eccone uno per un ciambellano:
L’aurea chiave che or ora a te di dietro |
Il seguente è per un nuovo nobile:
Fulgenzio ha compilato la sua impresa: |
Eccone ancora due e poi smettiamo:
Il conte Anselmi alla sua tavola ha |
Quando Ascanio tu fatto podestà |
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Probabilmente il povero Gherardo Ruggieri, dopo l’evocazione che ne abbiamo fatta in queste pagine, ritornerà nella oscurità a cui fu condannato dai suoi contemporanei con una sentenza, che i posteri non hanno revocato. Ma egli, nel silenzio della tomba in cui giace, potrà consolarsi della severità del giudizio che il mondo portò della sua opera poetica, pensando che se i poeti spuntano sù a migliaia, i veri, i grandi, quelli che l’oblio risparmia, si contano sulle dita della mano. — Riflessione che dovrà sembrare parecchio amara al povero Ruggieri; ella dirà signor lettore; e