Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/218


205


— Eh, non importa mica;
Cristo a prezzo Ebreo compra e Giuda vende:
È trenta soldi il costo, già s’intende.

Eccone uno per un ciambellano:

L’aurea chiave che or ora a te di dietro
Da una mano scettrata appesa fu,
Dirò che sia la chiave di San Pietro
Se ad assolver tuoi debiti ha virtù.

Il seguente è per un nuovo nobile:

Fulgenzio ha compilato la sua impresa:
In campo verde, una mano prostesa.
Vuol dire: nobiltà
Che chiede carità.

Eccone ancora due e poi smettiamo:

Il conte Anselmi alla sua tavola ha
Sempre l’adulator Fabio; e perchè?
Anselmi si figura essere un re,
Chè i re non odon mai la verità.


Quando Ascanio tu fatto podestà
Dissi: è bastardo, imparzïal sarà.
Me stolto! Favorisce questo e quello
Perchè in tutti suppone un suo fratello.

Probabilmente il povero Gherardo Ruggieri, dopo l’evocazione che ne abbiamo fatta in queste pagine, ritornerà nella oscurità a cui fu condannato dai suoi contemporanei con una sentenza, che i posteri non hanno revocato. Ma egli, nel silenzio della tomba in cui giace, potrà consolarsi della severità del giudizio che il mondo portò della sua opera poetica, pensando che se i poeti spuntano sù a migliaia, i veri, i grandi, quelli che l’oblio risparmia, si contano sulle dita della mano. — Riflessione che dovrà sembrare parecchio amara al povero Ruggieri; ella dirà signor lettore; e