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Del Guicciardini il Botta fa rilevare il suo amore al partito degli ottimati e il suo operare favorevole a Cosimo I, ed aggiunge: „Malgrado di tutto questo, egli, descrivendo le rivoluzioni della sua patria, non solamente non cercò di denigrare i popolani, ma ancora rende loro, quando occorre, ogni giustizia, nè tace i vizi e gli errori della parte degli ottimati.„

Scendendo a parlare del Machiavelli, osserva: „A Machiavelli commise papa Clemente che scrivesse le cose fatte dal popolo di Firenze, imponendogli e raccomandandogli di descrivere quelle dei suoi maggiori in modo che si vedesse ch’ei fosse discosto da ogni adulazione. Adempì Machiavelli il precetto di Clemente...„

Ma dove il Botta, nonostante lo stile parecchio compassato, si manifesta pensatore acuto e profondo è nel giudizio ch’egli dà del Principe del Segretario fiorentino — un giudizio che a noi, anche dopo tanti scritti recenti, sembra il migliore, perchè il più vero che sia stato proferito sulla famosa opera del più grande dei nostri scrittori politici.

„Quanto al suo Principe, non so se sia più assurda o ridicola cosa ch’ei lo scrivesse sotto colore di svelare il procedere dei tiranni per ammaestramento degli amici della libertà; chè, primieramente... il Machiavelli compose questo trattato per uso privato di Lorenzo duca d’Urbino e non lo destinava punto alla stampa; secondariamente egli medesimo volle spegnere quest’opera dopo il rivolgimento dello Stato di Firenze, non essendo ancora stampato. Dunque, era nimico di libertà?.... Qui è d’uopo guardare in viso la questione.... Signorsì.... il Machiavelli scrisse il Principe per insegnare al duca Lorenzo i modi di farsi assoluto signore; alcuni dei modi suggeriti sono dannabili, ed egli stesso il dice; ma vediamo il fine. Voleva il Machiavelli che Lorenzo